Elezioni europee: prevale una maggioranza per rafforzare l’Unione
Missioni e sfide per la nuova Commissione e il nuovo Parlamento Europeo.
GEI webinar con Paolo Valentino.
New York, 10 giungo 2024- In un incontro del GEI, dedicato alle elezioni europee, il giornalista e scrittore Paolo Valentino ha sottolineato che quello emerso dalle urne “è un risultato variegato, la vera scossa violenta è quella francese, dove il partito di Marine Le Pen è salito al 30% […] Quando parliamo di scossa violenta in Europa rischiamo di far passare la Francia per il tutto”, spiega Valentino durante il GEI Webinar. “È vero – continua – che c’è stato un rafforzamento generale della destra, sia della destra populista che della destra estrema in vari Paesi d’Europa, però io credo che tutto questo sia avvenuto entro limiti contenuti […]”.
Valentino, come nella tradizione del GEI, è stato intervistato dal presidente del gruppo Mario Calvo-Platero, per cercare di mettere in prospettiva alcuni contesti fondamentali che riguardano il futuro dell’Unione, in particolare le prospettive per un rafforzamento da un punto di vista fiscale, bancario e per la difesa.
Il vero dato essenziale di queste elezioni, riflette il giornalista del Corriere della Sera – che recentemente ha pubblicato con Solferino “Nelle vene di Bruxelles. Storie e segreti della Capitale d’Europa”– è “la vittoria del Partito popolare europeo e il fatto che una maggioranza europeista, seppur indebolita, esista ancora nel Parlamento di Strasburgo. Sarà questa maggioranza – rimarca – a rappresentare il punto di partenza dal quale poi fare gli accordi e le nuove nomine. In questo quadro, la vittoria del PPE rafforza le chance di Ursula von der Leyen di essere riconfermata al vertice della Commissione Europea”.
A lungo inviato e corrispondente da Washington e dalle principali capitali europee, Valentino ha spiegato i delicati equilibri che legano Ursula von der Leyen a Giorgia Meloni, analizzando prima l’iter tortuoso per arrivare alla nomina. “C’è una doppia partita. Una volta che in Consiglio Europeo von der Leyen si sarà assicurata i 2/3 dei membri e sarà nominata, dovrà trovare la maggioranza politica in Parlamento, la quale le voterà la fiducia. I numeri dicono che questa maggioranza esiste, nonostante il margine di una quarantina di voti sia rischioso. Von der Leyen dovrà ampliare questa maggioranza. Qui ci sono dei veti contrapposti; ad esempio, socialisti e liberali hanno detto di non volerla appoggiare se aprirà a Meloni. Allora, von der Leyen potrebbe provare ad allargare ai Verdi che, nonostante siano usciti indeboliti, dispongono comunque di 50 deputati. Il problema è che per assicurarsi il loro appoggio dovrà fare concessioni sul Green Deal e questo potrebbe causare malumori all’interno del suo stesso schieramento”. In questo quadro si inseriscono “le avance” alla presidente del Consiglio italiano: “Per mesi l’ha corteggiata […] con l’obiettivo di avere i suoi voti. La difficoltà sta nel fatto che questi voti vanno trattati con Giorgia Meloni, non con il resto del gruppo dei conservatori riformisti di cui Meloni è presidente, perché con loro Ursula von der Leyen non può trattare, anche per via di veti interni al PPE, in quanto in quel gruppo troviamo ad esempio il PiS polacco […]”.
Secondo Paolo Valentino uno scenario plausibile potrebbe essere quello di una “trattativa discreta con Meloni, magari anche non esplicita, al termine della quale i 25 voti di Fratelli d’Italia potrebbero andare a von der Leyen al momento della fiducia. In cambio – in termini non espliciti – l’Italia potrebbe ottenere una vicepresidenza esecutiva per il suo commissario; sarebbe una contropartita importante. Meloni alzerà il prezzo di questo suo eventuale appoggio chiedendo, per esempio, qualche flessibilità sul patto di stabilità”.
Riflettendo con il presidente del GEI sulla convenienza o meno per Meloni di appoggiare von der Leyen, il giornalista del Corriere della Sera è convinto che: “Politicamente Meloni ha capitale sufficiente per potersi permettere un appoggio, monetizzandolo con importanti concessioni per l’Italia”. Speranze al lumicino di vedere, invece, Mario Draghi alla Commissione UE: “Era il candidato in pectore di Macron, ma il suo indebolimento politico credo che tagli la testa al toro. Se però Ursula von der Leyen dovesse venire bocciata, a quel punto occorrerebbe una figura super partes in grado di mettere tutti d’accordo”.
È difficile capire le maglie intricate di Bruxelles, se non si fa parte degli addetti ai lavori. Proprio per questo Paolo Valentino ha dedicato alla città il suo ultimo saggio, per conoscere meglio quella che è diventata di fatto la capitale d’Europa. “Tutti parlano di questa città, ma cosa succede veramente non tutti lo sanno”, spiega il giornalista. “La mia idea è stata raccontarla attraverso interviste, indagini, la mia esperienza personale, io ho iniziato la mia carriera di giornalista a Bruxelles, ho voluto raccontare dall’interno questa città dove ogni giorno migliaia di persone esercitano l’arte del compromesso in nome di un interesse europeo”.
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